C’è un filo invisibile che attraversa l’oceano e le generazioni e ci incatena alle storie del tango. E poco importa se non siamo mai stati a Buenos Aires, se non lo sappiamo ballare, se non abbiamo mai messo piede in una milonga… basta un accordo lungo, il respiro di una fisarmonica o di un bandoneon per aprirci a nostalgie inaspettate, a un inspiegabile sentimento di malinconia distante. Forse il tango ci riguarda più di quanto immaginiamo e per istinto riconosciamo in quelle note un passato di cui portiamo le cicatrici, un passato di emigrazione, di grandi speranze e vita di periferia. A quelle storie lo spettacolo vuole dare voce, con gli strumenti affabulanti del teatro di narrazione e le note di un accordeon solo. La storia contaminata, meticcia del tango si dipana attraverso una narrazione personale e si intreccia con le speranze di un’immigrata siciliana di inizio secolo, approdata in una Buenos Aires multietnica, dove l’incontro tra culture diverse genera, dalla marginalità di periferie, un linguaggio di bellezza e portata universale. Le note di tanghi famosi e meno noti intessono la colonna sonora che, protagonista del racconto, dialoga con la narrazione fra Gardel, Piazzolla, Borges, compadritos e prostitute.

Un racconto di teatro di narrazione sulle note avvolgenti di chitarra, fisarmonica e contrabbasso, sui passi sensuali dei ballerini il tango. Una formazione completa che porta sul palco la suggestione di musica, parola e danza per atmosfere coinvolgenti che immergono il pubblico nella sensualità del tango in tutte le dimensioni che porta con sé: la musica, il ballo e la potenza narrativa di una danza che è storia, poesia e contaminazione. Nove artisti sul palco per uno spettacolo/concerto della durata di 1 ora e 45’ circa

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