Una poltrona, un tappeto, due lampade, bastano per rappresentare la casa borghese: l’amore ingabbiato e soffocato dalle abitudini quotidiane.
L’idea è far parlare il Signor G solo d’amore, di raccontare al pubblico il pensiero su un tema per lui difficile, intimo, pieno di pensieri contrapposti: la verità e la bugia, la libertà obbligatoria e il ritorno necessario, il bisogno di inventare come diceva lui e la ricerca del senso, la gabbia e l’abituale, il falso e la tenerezza, il lucchetto, il fuori, il grido e quella parola così difficile da pronunciare. Ed è per questo che Rossana Casale ha chiamato a se il Jazz a riformulare le canzoni del Signor G, senza mai forzarle nella loro impronta.
Nel copione teatrale, dall’idea e dalla regia della Casale stessa, oltre ai due monologhi scritti da lei, anche testi tratti dagli spettacoli di Gaber, poesie di Borges, della Szymborska, di Alda Merini e da un racconto di Sandro Luporini.
Il tributo a Giorgio Gaber che Rossana Casale ha fortemente voluto e che porta il patrocinio della Fondazione Giorgio Gaber. Dopo 8 anni torna in tour teatrale.
La collaborazione con la Fondazione nasce già diversi anni fa da una stima profonda per il cantautore, dalla lunga amicizia con la figlia Dalia e la frequentazione di casa Gaber condivisa con altri artisti della sfera milanese che Rossana racconta nel libro ‘Gaber, Giorgio, il Signor G’ , fino al Premio Giorgio Gaber che le è stato consegnato sul palco del Premio Repaci di Viareggio 2023 per il suo impegno nella divulgazione dell’opera di Giorgio Gaber.